01/12/2014

Vampiri Zombies & C


di Silvia Novarese

Siamo appena usciti dalle notti di Halloween e, salvo il breve periodo di Natale, con il nuovo anno ci ri-tufferemo in un'orgia di vampiri, zombies, morti viventi, mostri...Carnevale aiutando.
 
Al cinema e alla TV sequels di filmati con scene di horror più o meno riuscite, con esseri alieni che provengono da mondi extraterrestri o da un passato re-inventato del genere fantasy.   A parte l'evidente sfruttamento commerciale e mediatico la faccenda ci interroga e credo che dovrebbe farci riflettere.
 
Questo crescendo di spettacoli, a sfondo terrificante, di creature che stanno tra i morti e i viventi, creature orrende, in mondi indefiniti, in bilico tra un passato mitico e un futuro apocalittico, a me ha suggerito  alcune riflessioni,   riflessioni dal punto di vista della psicoanalisi,  che non escludono altre che però non sono qui prese in esame.
 
Viviamo in un'epoca in cui la scienza avanza trionfante in un crescendo di scoperte che hanno rivoluzionato il mondo, la nostra vita quotidiana, il nostro modo di pensare, il nostro approccio ai problemi. Scoperte della materia, scoperte del vivente, scoperte dello spazio, scoperte delle onde magnetiche.
 
La scienza ha spostato sempre di più i limiti del possibile tanto che siamo giunti a pensare che il mondo, la natura, tutto sia padroneggiabile, basta aspettare.
 
La morte, estremo limite che riguarda tutti i viventi, è respinta nello sfondo, spesso è derubricata a errore, la incompetenza ...gli stessi disastri ecologici sono sempre colpa di qualcuno …si giunge a pensare che la natura sia completamente padroneggiabile.
 
I nuovi mezzi di comunicazione, Internet,  ci rendono più fluidi concetti come tempo e spazio,  sembrerebbe che possiamo essere contemporaneamente qui e là, che tutto potrebbe essere  “immediato”.
 
In questo universo ipertecnologico, in cui come detto, la scienza e la tecnoscienza hanno spostato i limiti, parrebbe allora che il limite non esista più. E allora come spiegarci alcuni fatti? Come spiegare che non abbiamo la padronanza su tutto?  Come spiegare il caso?  Che le leggi della natura non dipendono da noi e che possiamo utilizzarle sì ma non cambiarle?  Come spiegare che c'è molto che ci sfugge?
 
Per la psicoanalisi oltre al nostro simile, a piccolo, c'è un posto A grande con cui dobbiamo fare i conti.  E' un posto che nel nostro mondo occidentale fino a qualche tempo fa era immaginariamente occupato dalla figura di un Dio onnipotente e onnisciente. Ma oggi, almeno qui da noi, la figura di quel Dio si è sbiadita, ha perso di rilevanza: ecco allora che quando accadono alcuni fenomeni non abbiamo più a portata di mano una spiegazione tuttofare.
 
Non è un caso che il proliferare di quei mostri vampire zombi sia iniziata al finire del sec XVIII, quando la scienza ha iniziato il suo percorso trionfante.  Oggi si tende a pensare alla scienza come onnipotente e onnisciente, la vera scienza non è così evidentemente …
 
Anziché lasciare il posto di A vuoto, accettare che c'è molto che ci sfugge, lo riempiamo di queste orrifiche creature, che sono al confine tra la vita e la morte, che sono dotate di poteri sovraumani, che vengono da mondi alieni, da un passato strano.
 
Come se quello che non riusciamo più ad accettare, l'imprevedibile, l'inconoscibile, la parte oscura, facesse ritorno, personificato da queste creature.   Una sorta di personificazione del rimosso, che prende queste forme e che è in crescendo.
 
In questo mondo ipertecnologico il rimosso non a caso prende forme inquietanti, bizzarre.  Dove tutto sembrerebbe spiegabile, appaiono esseri strani non riconducibili a ciò che conosciamo, anzi in contrasto con le nostra pretesa logica razionalistica.
 
Queste sono figure che danno un senso a ciò che per noi rimane difficile da accettare, che il posto di A è vuoto, e di volta in volta immaginariamente gli diamo un volto, volto che è sì mutuato dalla letteratura “gotica” di epoca romantica ma attraverso cui possiamo facilmente riconoscere ciò che ci inquieta.
 
Gli zombies, strani esseri morti viventi, privati di qualsiasi apparente spinta che non sia quella di divorare, divorare sempre più i viventi...oltre alla spinta al godimento del consumo che ormai è sovrano, non ricordano anche le sempre più avanzate tecniche medicali del corpo tenuto artificialmente “in vita” nei macchinari ipertecnologici dei più avanzati centri ospedalieri?
 
Gli alieni, esseri provenienti da “altri” mondi dello spazio siderale, non ricordano le nostre paure di fronte a esseri che provengono da “altri” mondi dello spazio terrestre, altri in senso geografico e in senso culturale?    E in generale questi strani esseri non ci ricordano che sempre ci sfugge qualcosa, che il nostro simile, il piccolo a, ha degli aspetti che non possiamo conoscere e che quando emergono ci sorprendono, ci stupiscono?
 
 
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