13 dicembre Giornata di Studio


DIRE IL PROPRIO SESSO: ATTO O PASSAGGIO ALL’ATTO?
Giornata di Studio 13 dicembre 2025 TORINO
presso la Casa della Psicologia in Via Giannone 8A

UN UOMO È UNA NON-DONNA
UNA DONNA È UN NON-UOMO


Come sappiamo il linguaggio riduce banalmente la polarità sessuale ad essere o non essere o, nella sua forma più brutale e controversa, ad avere o non avere, perfino all’averlo o non averlo. A questo proposito diventa interessante osservare che per la logica formale e matematica, il linguaggio naturale, la lingua che comunemente parliamo, è insufficiente a salvarci dagli effetti immaginari della negazione: e dunque, in altre parole, quale spazio rimane per essere una non donna o per essere un non uomo? È qui che la psicoanalisi interviene evidenziando che gli effetti della divisione non riguardano il genere umano, ovvero il suo essere diviso in uomini e donne. Gli effetti della divisione riguardano piuttosto il soggetto, il suo essere diviso in quanto tale. Se il soggetto fosse, non sarebbe comunque mai tutto uomo o tutto donna. C’è della donna nell’uomo e c’è dell’uomo nella donna. “Il tutto” - dice Lacan nel suo seminario sull’Atto analitico - “non è che il fantasma della parte, della parte in quanto reale”. Questo punto fondamentale e fondante della psicoanalisi è il risultato dovuto sia all’intuito clinico e al coraggio teorico di Freud, sia all’algebrizzazione del discorso operata da Lacan e dalla dissimmetria tra i due lati (maschile e femminile) in cui si compongono le sue famose formule della sessuazione. La psicoanalisi, che indubbiamente ha perso la propria capacità di produrre scandalo, resta tuttora e comunque un’importante possibilità d’apertura verso il grado di libertà che ci è dato di provare, venendo però oggi inevitabilmente colta piuttosto, come un appello reazionario alla regola, che qualcuno legge come la necessità di una nuova psicoanalisi, se non come la fine della psicoanalisi stessa.


Per informazioni e/o prenotazioni: info@ali-to.it
Patrocinato da: Ordine degli Psicologi e delle Psicologhe del Piemonte Evento gratuito ad eccezione dell’acquisizione dei crediti (7 ECM). Formazione sincrona, in presenza e online (ZOOM)

9h00 – 9h30 : Registrazione dei/lle partecipanti
9h30 – 11h00 : TAVOLA ROTONDA DIRE DEL SESSO
Presidente: Alessandro Bertoloni
Discussant: Renata Miletto
Partecipanti: Eric Marty, Thatyana Pitavy e Lorenzo Curti attorno al libro di Eric Marty “Il Sesso dei Moderni”, Castelvecchi Editore, Italia
11h00 – 11h30 : Pausa caffé
11h30 – 13h00 : Riflessioni sulla Tavola Rotonda
13h00 - 14h45 : Pranzo
14h45 - 16h00 : TAVOLA ROTONDA DIRE DEL CORPO
Presidente: Costantino Gilardi
Discussant: Fabrizio Gambini
Partecipanti: Adriana Cavarero, Anne Joos e Amalia Mele
16h00 – 16h30 : Pausa caffé
16h30 – 17h30 : Conclusioni dei lavori
17h30 - 18h00 : Test ECM e rilascio dell’attestato di partecipazione

DIRE SON SEXE: ACTE OU PASSAGE À L’ACTE?
Journée d’étude 13 décembre 2025 Turin (ITALIE)
chez la Casa della Psicologia Via Giannone 8A
 
UN HOMME EST UNE NON-FEMME
UNE FEMME EST UN NON-HOMME


On sait bien que le langage réduit banalement la polarité sexuelle à être ou à ne pas être, ou bien, dans sa forme la plus brute et controversée, à avoir ou à non-avoir ; on pourrait dire, même, à l’avoir ou à ne pas l’avoir. Cependant selon la logique formelle et mathématique, le langage naturel, la langue que nous parlons communément, il ne suffit pas à nous mettre à l’abri des effets imaginaires de la négation: autrement dit, quel espace reste à ce propos, pour être une non-femme ou un non-homme? C’est à ce niveau qu’intervient la psychanalyse venant souligner que les effets de la division ne concernent pas l’humanité, c’est-à-dire son être divisée entre hommes et femmes. Les effets de cette division concernent plutôt le sujet, son être divisé en tant que tel. Mais si, effectivement, de l’être il en y avait, il ne serait jamais tout homme ou toute femme. Autrement-dit, il y a de la femme dans l’homme et il y a de l’homme dans la femme. « Le tout » - nous dit Lacan dans son séminaire sur L’acte analytique - « n’est que le fantôme de la partie, de la partie en tant que réel ». Ceci, est donc le résultat qui découle de l’intuition clinique et du courage théorique de Freud et aussi bien de l’algébrisation du discours opérée par Lacan et de la dissymétrie entre les deux cotés (masculin et féminin) qui composent ses fameuses formules de la sexuation. Dans ce sens, la psychanalyse a sans doute perdu sa propre capacité de produire scandale, en restant néanmoins une importante possibilité d’ouverture vers un dégrée de liberté qui nous est permis d’atteindre. Cela dit, ils sont assez nombreux aujourd’hui ceux qui pensent la psychanalyse plutôt comme une sorte d’appel réactionnaire à la règle en en souhaitant, une nouvelle psychanalyse, si non, au juste, la fin de la psychanalyse en tant que telle.

Plus d’informations: info@ali-to.it
Événement sostenu par l’Ordre des psychologues du Piémont Événement gratuit, sauf pour les 7 ECM.
Formation synchrone, en présence et en vidéoconférence (ZOOM)

9h30 – 11h00 : TABLE RONDE DIRE DU SEXE
Président : Alessandro Bertoloni
Discussant : Renata Miletto
Participants : Eric Marty, Thatyana Pitavy et Lorenzo Curti autour le livre de “Le Sexe des Modernes”, Castelvecchi Editore, pour l’Italie
11h00 – 11h30 : Pause-café
11h30 – 13h00 : Réflexions sur la Table Ronde
13h00 - 14h45 : Déjeuner
14h45 - 16h00 : TABLE RONDE DIRE DU CORPS
Président : Costantino Gilardi
Discussant : Fabrizio Gambini
Participants : Adriana Cavarero, Anne Joos et Amalia Mele
16h00 – 16h30 : Pause-café
16h30 – 17h30 : Conclusions des travails
17h30 - 18h00 : Test ECM et attestation de participation

Rubrica: Un libro al mese


Autunno 2025
 
Fabrizio Gambini

 
Massimo Cacciari, Icone della legge, Adelphi 1985. (In libreria la nuova edizione del 2025).
 
Come spesso avviene nella scrittura di Cacciari, il suo è un libro che non fa sconti. Il linguaggio è impietosamente filosofico, denso, difficile e perfino, ma direi necessariamente, tecnico. È però un libro molto bello che riprendo qui per un luogo, per un topos che a mio avviso illustra e chiarifica in modo magistrale.
Sapete com’è andata con la scrittura del saggio di Freud su Mosé e il monoteismo. La tesi è che Mosé fosse stato un egiziano, un sacerdote seguace del monoteismo, seguace del culto di Aton, il Dio unico identificato col disco solare. Perseguitato dagli egiziani avrebbe condotto gli ebrei fuori dall’Egitto per essere poi ucciso da popolo d’Israele e, in seguito, da questo stesso popolo collocato dalla tradizione nel posto del padre fondatore e liberatore. Il saggio è del 1938 ed anticipato da un breve scritto del 1934 (Der Mann Moses). Immaginatevi la situazione: Freud ebreo riuscito per il rotto della cuffia a lasciare l’Austria per rifugiarsi a Londra, gli ebrei perseguitati; il suo saggio sembrava una specie di pugnalata alla schiena dell’ebraismo: non solo il popolo deicida, ma il popolo che aveva ucciso l’egiziano Mosé e che, rimosso l’omicidio, ne aveva fatto nella propria tradizione il fondatore, colui che aveva condotto Israele alla terra promessa. Nella migliore delle ipotesi sembrava una specie di captatio benevolentiae, un tentativo per farsi accreditare e far accreditare la psicoanalisi come scienza dei gentili e non solo come una scienza segnata dal tarlo dell’ebraismo. Freud però non cede ai consigli e alle pressioni per non pubblicare il testo: la verità gli sta più a cuore dell’opportunismo politico. È qui viene Cacciari che ci dice in modo straordinario cos’è la verità per Freud:
 
L’impresa “né gradevole né facile”, cui Freud si accinge, non consiste perciò, essenzialmente, nel sottrarre a Israele il più grande dei suoi figli, non consiste nel suo contenuto specifico, per quanto lacerante esso sia, ma nel denunciare la tradizione come l’Entstellung che impedisce qualsiasi pretesa di “verità”, qualsiasi operazione ricompositiva di un centro, di un testo, di una Origine (pp. 151 – 152).
 
Entstellung è termine freudiano, in particolare la tradizione, la narrazione tradizionale canonizzata è per sua natura entstellt, spiazzata, sradicata, deformata, distorta.
E, prosegue Cacciari:
 
La forma di interpretazione di cui qui si tratta, ha dunque a che fare con il verosimile, non con il vero, poiché essa è costretta ad usare del materiale della tradizione, che costituisce Entstellung del testo originario (p. 149).
 
Lascio qui la questione filosofica che non è altra, in questo punto, dalla questione psicoanalitica: la rinuncia alla verità, l’urto inevitabile del nostro procedere interprentante contro lo scoglio del verosimile, non è però rinuncia la ricerca, al desiderio. Vengono a mente le sirene descritte da Omero: la certezza del naufragio accompagnata dal desiderio dello stesso.
 
A me pare un punto importante in cui la psicoanalisi incontra la filosofia. Wittgenstein ha pensato ad un certo punto di averla fatta finita con la filosofia: esplicitiamo la struttura logica del linguaggio e fine dei giochi, niente più domande “filosofiche” e niente più giri viziosi. Ha continuato a pensarci inorridito per trent’anni: perché non mi basta sapere che circa ciò di cui non si può parlare è necessario, non si può far altro che tacere? Cosa mi spinge a chiedermi ancora?
Leggete il libro di Cacciari, non da una risposta, ma troverete di che articolare, al piccolo prezzo di qualche tecnicismo filosofico da traversare, di che articolare la domanda.

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