13/06/2019

La psicoanalisi al capezzale della politica?



Il titolo di un recentissimo libro parla di “invenzioni trans/singolari” e parla, enfatizzandola, di “scelta”. Scelta soggettiva tra essere uomo o donna o, perché no? di essere uomo e donna. Ognuno dunque a modo suo: fiero della propria singolarità. Ma la scelta di cui parla la psicoanalisi è scelta del soggetto, che è inconscio, e ciò che per il soggetto può dirsi “scelta” appare all’occhio della coscienza come un reale sul quale si è impotenti. Solo l’ipertrofia egoica del nostro tempo, il trionfo senza limiti dell’immaginario, consente all’Io l’illusione di cavalcare la tigre. Si crede così che ognuno possa realizzare, a modo suo, la propria singolarità, disconoscendo il vincolo di un reale sessuale che non cessa di essere tale e che, soprattutto, non cessa di domandare la sua libbra di carne, la sua quota di sofferenza.

Nel momento in cui la politica discute di diritto di famiglia la parola “scelta”, come le parole “libertà” o “vincolo”, necessitano di essere approfondite e dibattute.
 

Giovedì 13 giugno 2019 ore 18,30 – 20,30

Obbligo e scelta di fronte al reale sessuale.

Fare famiglia nel XXI secolo.

 
 

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